Genitori e figli, come comunicare?
Ultimamente sono usciti dei libri molti interessanti nei quali sono contenute delle frasi che vengono usate erroneamente dai genitori e che hanno un impatto molto pesante sulla psiche dei bimbi. I bimbi vedono la loro fiducia interiore indebolita da commenti dannosi che sono mine vanganti all'interno della loro personalità. Frequentemente queste perle di saggezza vengono ripetute molte volte al bimbo al fine di insegnarli l'educazione , il senso del dovere. E se ci pensiamo un attimo le frasi usate ci sono state dette dai nostri genitori ,e noi le stiamo usando inconsapevolmente "per raddrizzare " i nostri figli.
Possiamo cambiare tutto ciò facendo attenzione a non dire parole nocive , e utilizzando invece frasi che possono aiutare i bambini a capire le regole , ma anche ad essere felici e a costruirsi un futuro autonomo e sereno
Quando si dice "La vita non è tutta una passeggiata o un divertimento", il messaggio che passa la bambino è che è disdicevole divertirsi , non gli si insegna certo il senso del dovere.
A volte al limite dell'esasperazione per la condotta dei figli i genitori si lasciano scappare un " Non combinerai mai niente di buono!", che fa parte del repertorio dell'autosvalutazione. A forza di sentirselo ripetere, il bambino finirà per perdere fiducia in sé e credere di essere un perdente. Un tipo di svalutazione indiretta si ritrova in espressioni come "Io, alla tua età…". Il bambino si sente un perdente , paragonandosi al genitore.
Si possono ottenere risultati migliori attraverso la gratificazione affettiva, che è molto più incisiva della critica.
Il genitore deve esprimere il suo disagio di fronte al figlio utilizzando frasi dirette come "Io sono molto arrabbiato con te perché non hai fatto i compiti. Se ti sbrighi a farli e smetti di fare i capricci più tardi gioco con te al pallone".
Il terreno della violenza verbale involontaria riguarda anche i sensi di colpa.
Premettendo che un genitore dovrebbe amare incondizionatamente un figlio, frasi come " Lo dico per il tuo bene …. " e " Con tutto quello che faccio per te … " agiscono in modo subdolo facendo leva sulla paura di perdere l'affetto del genitore.
Dai sensi di colpa passiamo alle minacce del tipo " Se continui a fare il cattivo, papà e mamma non ti vogliono più bene" oppure " Se non la smetti chiamo papà". Si possono fare rispettare le regole senza mettere in dubbio l'affetto di un genitore per il figlio. Il genitore presente in quel momento deve sanzionare la marachella , limitando magari la visione della tv o altre attività che piacciono al bambino.
Un altro ricatto da evitare è quello del tipo "Mangia se vuoi che mamma e papà siano contenti di te". L'educazione alimentare non può basarsi su un ricatto affettivo: il cibo è una cosa , l'amore un'altra.
Attenzione a non sovraccaricare il bambino di responsabilità con dei " Conto su di te" oppure " Sei il fratello maggiore devi dare il buon esempio". Se il bimbo non riesce a raggiungere cosa noi chiediamo si sente un fallito che ha deluso i genitori. Magari si può richiedere la sua collaborazione con frasi tipo "Mi aiuteresti a …" .
Infine la regina di tutte le frasi che ci siamo sentiti dire tutti e che di certo ripeteremo almeno una volta nella vita ai nostri figli " Ti dico che è così perché sono tua madre!"
Buona riflessione a tutti!
Dott.ssa Elena Caraccio
Psicologa
www.psichehelp.com
|