3 novembre 2009
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Dott.ssa Susanna Esposito
segretario SIPPS -
Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
e responsabile
del gruppo di lavoro della SIPPS sull’influenza. |
Quali sono le cinque regole per evitare il contagio da influenza A?
Lavarsi accuratamente e con regolarità le mani con acqua e sapone o con soluzione idroalcolica (che ha il vantaggio di potere essere usata anche in assenza di acqua);
coprire naso e bocca con fazzoletti di carta usa e getta in caso di starnuti o tosse, gettando subito il fazzoletto nella pattumiera;
starnutire, in mancanza di fazzoletti, all’interno del gomito, sui propri vestiti;
evitare, se possibile, di frequentare luoghi sovraffollati e arieggiare regolarmente gli ambienti dove si vive con altre persone;
praticare stili di vita sani. E, in caso di malattia, usare le mascherine.
Queste regole sono valide anche contro l’influenza stagionale, che ogni inverno interessa dal 10% al 30% della popolazione pediatrica. La nuova influenza non deve, infatti, farci sottovalutare i rischi dell’influenza “stagionale”, con una morbilità e una sintomatologia spesso ben più gravi.
Cosa bisogna fare in caso il bambino si ammali?
La grandissima parte dei bambini che soffrirà dell’influenza A/H1N1 andrà incontro a una sintomatologia lieve, con qualche giorno di febbre, mal di gola e tosse.
Si raccomanda che il bambino malato stia a casa a riposo e assuma farmaci sintomatici per la febbre. Il bambino può riprendere la vita di comunità dopo 7 giorni dalla comparsa dei sintomi e, comunque, solo nel caso in cui i sintomi siano scomparsi da almeno 24 ore.
È necessario rivolgersi al Pronto Soccorso solo in caso di gravi sintomi respiratori (difficoltà a respirare e aumento della frequenza di respirazione) o in caso di manifestazioni neurologiche.
I farmaci antivirali vanno utilizzati solo nei casi gravi che richiedono il ricovero in ospedale.
Dobbiamo vaccinare i nostri bambini?
Per quanto riguarda l’influenza stagionale, è fortemente raccomandabile che tutti i bambini, particolarmente quelli di età inferiore a cinque anni, vengano vaccinati al più presto.
Quelli con meno di nove anni che non lo sono mai stati vanno sottoposti a due dosi a distanza di un mese l’una dall’altra. Il vaccino contro la nuova influenza A/H1N1, di cui il numero di dosi disponibili è contenuto, è raccomandato ai bambini con malattie croniche.
La doppia vaccinazione (stagionale e pandemica), simultaneamente o anche a distanza ravvicinata, è possibile senza alcun rischio o effetto collaterale. Attualmente è in corso l’epidemia da influenza A/H1N1 e l’arrivo dell’influenza stagionale di quest’anno è attesa nel prossimo mese, con un picco tra gennaio e febbraio. Per questo i pediatri raccomandano ai genitori di attivarsi subito per concordare un calendario di vaccinazioni adeguato e tempestivo.
a cura di Roberta Camisasca
3 novembre 2009
APPROFONDIMENTI PER LE DONNE E LE MAMME
INFLUENZA H1N1 in gravidanza e allattamento
www.slog.org
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Note Cliniche e Epidemiologiche della Influenza A H1N1
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Profilassi Vaccinale e farmacologica
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Prevenzione della Trasmissione della Infezione - Note per le Pazienti
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Protocolli Ostetrici di Triage, Diagnosi e Terapia
Sinossi
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NORME DI PREVENZIONE
da Lancet (agosto 2009)
Negli Stati Uniti sono stati riportati - fra il 15 aprile e il 18 maggio 2009 - 34 casi confermati o probabili di influenza da virus A(H1N1) in donne gravide, con 11 donne (32%) ricoverate. Il tasso di ricovero durante il primo mese di epidemia è risultato nelle donne gravide 0.32 per 100.000 (IC 95%: 0.13, 0.52) superiore a quello della popolazione a rischio (0.076 per 100.000; IC 95%: 0.07, 0.09).
Tra 15 aprile e 16 giugno 2009 sono state riportate 6 morti di donne in gravidanza, tutte con polmonite e successiva sindrome da distress respiratorio che ha richiesto ventilazione meccanica.
Il significato informativo di questi dati è tuttavia minimo.
Il sistema di rilevamento dei casi non consente di confrontare direttamente i tassi di ricovero delle gravide con quelli delle donne in età riproduttiva non gravide durante lo stesso periodo. La decisione di ricoverare una donna incinta è complessa e potrebbe includere considerazioni al di là della gravità della condizione: una donna gravida ha verosimilmente maggiori probabilità di essere ricoverata di una donna non gravida e questo potrebbe da solo spiegare l'eccesso di ricovero.
La morte materna è un evento molto raro e la sua stima entro un arco di tempo così ridotto è instabile. Nel caso dello studio, ad esempio, aumentando il periodo di riferimento di una sola settimana, la percentuale di morti materne fra le donne ricoverate sarebbe passata da 13% (sei di 45) a 8% (sette di 87).
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Fonte:
Lancet.2009 Aug 8;374(9688):451-8. Epub 2009 Jul 28
Traduzione e commento di SA.PE.RI.DOC
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