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Tiroide e gravidanza: Video-intervista al
Specialista in Endocrinologia,
Durante la gravidanza cambia il rischio di sviluppare una malattia della tiroide? Perché?
Che cos'è il TSH e come varia in gravidanza?
Una donna in gravidanza che soffra di ipertiroidismo deve essere trattata con farmaci?
Quando una donna gravida ha sofferto in passato di patologia tiroidea, il neonato avrà problemi tiroidei nella sua vita?
È possibile sviluppre ipotiroidismo dopo una gravidanza? Gli anticorpi aumentano? Perché?
In questo caso, è importante continuare la terapia anche durante la gravidanza? Il bambino corre dei rischi per gli anticorpi?
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Avvertenze: la trascrizione scritta ed editata non corrisponde strettamente alla registrazione per ovvi motivi e i consigli non sostituiscono in alcun modo la visita medica.
Tiroide e gravidanza: quali variazioni? quali rischi?
Dott. Baggio, durante la gravidanza cambia il rischio di sviluppare una malattia della tiroide? Perché?
Durante la gravidanza di per sé non vi è un incremento del rischio di sviluppare una malattia della tiroide. Non è però infrequente avere casi di ipotiroidismo o ipertiroidismo. Nei casi di ipertiroidismo, in particolare, il sistema immunitario può giocare qualche scherzo. La cosa importante è sapere che il trattamento precoce di queste patologie porta ottimi risultati e a una gravidanza pressoché normale. E’ essenziale, quindi, fare una diagnosi precoce della malattia e, attraverso esami seriati, provvedere a prescrivere una terapia di tipo farmacologico con impostazione che può non essere avvertita dalla paziente.
Che cos’è il TSH e come varia in gravidanza?
Il TSH è un ormone prodotto dalla ghiandola centrale chiamata ipofisi, ossia la ghiandola che controlla altre ghiandole e che ha una struttura simile ad altri ormoni; questo lo dico perché ha una sua importanza. All’inizio della gravidanza, il TSH, per un complesso effetto farmacologico può essere mimato dall’aumento del Beta HCG, cioè della proteina dell’ormone corionico. Questo fenomeno può portare ad un abbassamento dei livelli di TSH, ma non deve essere erroneamente interpretato come un abbassamento di tipo patologico e quindi non deve essere trattato. Tutto ciò può verificarsi nel primo trimestre di gravidanza ed è importante che il ginecologo faccia riferimento all’endocrinologo per una valutazione più accurata.
Una donna in gravidanza che soffra di ipertiroidismo deve essere trattata con farmaci?
La diagnosi di ipertiroidismo in gravidanza porta inevitabilmente al trattamento farmacologico e non può essere trascurato perché aumenta il rischio di complicanze. L’ipertiroidismo deve essere quindi trattato usando un farmaco, il propiltiouracile, a un dosaggio minimo efficace consentito in gravidanza. Il dosaggio minimo efficace, adottato per correggere l’ipertiroidismo, è quel dosaggio che rende eutiroidea la paziente (cioè con tiroide ben funzionante) e, magari con un livello di TSH lievemente soppresso in modo da annullare il rischio di complicanze.
Il propiltiouracile è un farmaco sicuro sperimentato da decenni che non attraversa la placenta e non arreca problemi al feto.
In caso di ipotiroidismo si possono verificare rari problemi al feto in seguito alla terapia farmacologica che però sono transitori e si risolvono rapidamente dopo il parto.
Quando una donna gravida ha sofferto in passato di patologia tiroidea, il neonato avrà problemi tiroidei nella sua vita?
Purtroppo, se la donna ne ha sofferto o ne soffre, dobbiamo dire che per il neonato esiste sicuramente una certa predisposizione a sviluppare alcune patologie. Quali sono queste patologie? Tutte le malattie autoimmuni, ovvero mediate dal sistema immunitario, come la tiroidite di Hashimoto o il gozzo tossico. Queste hanno un forte grado di familiarità e determinano un aumentato rischio per i figli nati da coppie consanguinee in particolare se femmine, in quanto le malattie autoimmuni vengono trasmesse con il cromosoma sessuale femminile. Un’altra patologia con una forte impronta genetica ereditaria è il gozzo multi nodulare. Questa malattia si manifesta con un aumento delle dimensioni della tiroide accompagnata dalla comparsa di noduli benigni.
E’ possibile sviluppare ipertiroidismo dopo una gravidanza? Gli anticorpi aumentano?
Perché?
Dopo la gravidanza esiste un aumentato rischio di sviluppare ipertiroidismo; dobbiamo pensare alla gravidanza come a un evento di profonda trasformazione della donna, nel quale uno degli effetti fondamentali è quello di essere “permissiva” dal punto di vista immunologico. Questo vuol dire che, dal momento in cui inizia a svilupparsi una nuova vita all’interno della pancia, la donna deve compiere una sorta di “reset immunologico” per evitare un’autoaggressione del feto stesso. Tale modificazione, che può risolversi dopo il parto, potrebbe rendere manifesta una situazione di tiroidite autoimmune silente che può portare all’ipertiroidismo conclamato. Viene quindi consigliato di tenere sotto controllo la funzionalità tiroidea nel periodo dopo il parto.
Gli anticorpi in gravidanza. La donna in gravidanza può essere portatrice di anticorpi contro la tiroide oppure svilupparli dopo il parto. Tale aspetto può essere associato a un’evidenza clinica e cioè che vi sia una correlazione tra lo sviluppo della malattia tiroidea e la presenza di anticorpi oppure che il livello di anticorpi aumenti in modo indipendente. Quest’ultima possibilità richiede una maggiore sorveglianza, ma non una terapia.
In questo caso è importante continuare la terapia anche durante la gravidanza? Il bambino corre dei rischi per la presenza degli anticorpi?
La terapia durante la gravidanza, in particolare quella dell’ipertiroidismo, va seguita sempre e deve essere valutata mensilmente per tutti e nove i mesi di gestazione attraverso i livelli ematici di TSH. La terapia va adeguatamente aggiustata in quanto vi è un maggior fabbisogno dell’ormone tiroideo durante le differenti fasi della gravidanza, in particolar modo quando si verifica un aumento fisiologico del peso della mamma correlato allo sviluppo del feto. Dal punto di vista molecolare l’ormone tiroideo che noi utilizziamo, la tiroxina, è come quello naturale. Questo ci offre un’assenza di reattività del sistema immunitario della madre perché, come già specificato, quello che noi usiamo è un ormone naturale!
Spesso le donne si domandano se il fatto di avere elevati livelli di anticorpi contro la tiroide è un rischio per il bambino che portano in grembo. Il rischio sostanzialmente non c’è perché gli anticorpi non attraversano la placenta e, soprattutto, non determinano alterazioni del sistema tiroideo del feto. Se ciò dovesse accadere per svariate ragioni (ed è un evento raro!), il problema è comunque transitorio. Rapidamente si risolve dopo il parto: gli anticorpi scompaiono e il neonato torna perfettamente normale.