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In acqua sin da piccoli
Giocare in acqua
     


L'ambientamento
Fin dai primi giorni di vita il neonato entra in relazione con l�acqua attraverso il bagno. Il bagnetto non serve solo per farsi lavare ma per conoscersi e farsi conoscere. È consigliabile eliminare o limitare il numero di oggetti presenti nella vasca da bagno che tendono a distrarlo a scapito del benefico rapporto con l�acqua.
In piscina è importante che il primo approccio avvenga in una vasca piccola, in modo che ci siano spazi di riferimento limitati in cui i bimbi si sentano di poter esercitare un controllo.
Il rapporto con l�acqua consente di stabilire un maggiore contatto fisico rispetto all�esterno; in acqua, il contatto pelle-pelle tra genitore-bambino permette il libero flusso delle sensazioni fisiche, permette di conoscersi meglio, di avere la corretta percezione di sé, di accrescere le possibilità di movimento. Nell�età neonatale è fondamentale favorire il contatto fisico e il gioco tonico: raccoglierlo tra le braccia, cullarlo, massaggiarlo, accarezzarlo. Tale esercizio è favorito nell�ambiente acquatico ed è il percorso indispensabile per l�ambientamento e la futura scuola di nuoto.

L'esperienza in acqua dalla parte del bambino
Nei primi anni di vita il bambino è fortemente egocentrico, non distingue se stesso dal resto del mondo. Gli oggetti fanno parte del corpo esperienziale e assumono significato in relazione alle emozioni provate. Il bambino gioca per apprendere le regole, gioca per conoscere il proprio corpo, gioca per ricercare il piacere quali la liberazione di impulsi aggressivi e libidici (ma solo verso i 16 mesi è in grado di dare rappresentazione simbolica della realtà).

Il gioco in acqua rappresenta il motore della conoscenza. In acqua sperimenta e ricerca le stabilità motorie che saranno la base per attività quali camminare, correre, andare in bici. In acqua si sente libero ed ha maggiori possibilità di movimento. L�acqua è per lui sinonimo di relazione, di scoperta, di gioco, di rischio, di emozione, di piacere.

Il gioco in acqua
Il gioco fa vincere le paure, consente di creare, di sperimentare nuovi movimenti, di scoprire, di inventare, di liberare cariche emotive, di esprimersi con il proprio corpo, di simulare situazioni pericolose senza compromettere la propria incolumità. Il gioco consente di sviluppare automatismi che condurranno da grande ad avere riflessi rapidi e pronti.
Entrare in acqua, immergere il viso, tuffarsi, puo� generare nel bambino sensazioni nuove e forti, ma la trasformazione della paura in divertimento, del rifiuto in entusiasmo, lo renderà forte e consapevole di sé.

FAQ

Come devo comportarmi in acqua con il mio bambino?
ll bambino deve poter agire liberamente, crescere la propria autostima, sentirsi protetto, ma non condizionato. Il genitore deve sempre sostenere il bambino, incoraggiarlo, rendendolo autonomo nelle decisioni: deve essere in grado di suggerire ma non di sostituirsi. Per esempio, puo� essere utile lasciare libero il bambino di sperimentare la salita-discesa dal tappeto galleggiante o da altro materiale disponibile, dalla scaletta, ecc. (senza sistemarlo nella posizione finale).

Se non vuole entrare?
Rispettate il desiderio del bambino. Consiglio di lasciarlo seduto sul bordo a giocare fino a quando non desidera spontaneamente entrare in acqua. Il genitore puo� anche iniziare a entrare in piscina mostrandogli i giochi, sarà la curiosità del bambino a rendere naturale la sua prima avventura in acqua. È bene ricordarsi che il bambino deve essere sempre portato in acqua dal genitore fino a quando non sarà autonomo negli spostamenti.

Come lo devo tenere?
Nella fase di discesa in acqua il genitore dovrà tenere il bambino vicino a sé, stretto al petto. In acqua il bambino dovrà stare in una posizione verticale, le mani del genitore ben aperte intorno al torace, con volto del bimbo girato verso il genitore. Il genitore resterà in acqua con le spalle coperte in modo da tenere il bambino sempre immerso fino alle spalle. Non è consigliabile afferrare i bimbi per le mani, perché si favorisce la tensione muscolare delle loro braccia, impedendo il rilassamento. Gli spostamenti avverranno nella direzione a cui è rivolto il bambino. Quando il bimbo comincerà a interessarsi all�ambiente si allenterà la presa per poterlo manipolare dolcemente. Si passerà quindi a una serie di posizioni e prese consigliati dall�istruttore.

Giocare? Perché?
Il gioco è il mezzo col quale il bambino esprime il proprio mondo, crea e trasforma la realtà, sperimenta e fa nuove conoscenze.Suggerisco di stimolare la creatività attraverso proposte semplici, molti giochi proposti insieme confondono e disorientano. È preferibile proporre i giochi uno alla volta e lasciare che l�azione venga ripetuta il tempo necessario per l�assimilazione e la sua esecuzione; poi tornare a riproporla. La ripetizione dà sicurezza.

Quali sono i giochi preferiti in acqua?
A seconda dell�età del neonato vengono proposti diversi giochi. A sei-otto mesi il neonato ama sentire l�acqua, assaggiarla, toccarla, spruzzare, fare travasi; è molto apprezzato anche il canto. A otto-dodici mesi sono graditi i giochi di travaso, l�annaffiatoio, la pallina che salta fuori e dentro l�acqua. A sedici-ventiquattro mesi, invece, vengono utilizzati tappeti con alvei, tubi galleggianti, scogli, frecce di sostegno, cerchi che affondano e cosi via�

Perché non batte le gambe?
L�obiettivo di un corso neonatale è quello di rendere il bambino in grado di crescere armoniosamente. La gioia di stare in acqua renderà il bambino capace di sviluppare velocemente capacità motorie di apprendimento. Solo a partire dai 16-24 mesi incominciano a coordinare alcuni movimenti. In immersione sono in grado di spingersi verso l�alto e in avanti con movimenti delle gambe, ma non sono in grado di apprendere uno stile. Ci sono, comunque, alcuni bambini in grado di muovere naturalmente le gambe a rana o a stile.

Quando impara a nuotare?
Un bambino impara i primi concetti di nuotata a partire dai quattro anni. In generale, a partire dai tre anni si insegnano i galleggiamenti e gli spostamenti con e senza galleggianti e la respirazione.

Quali sono i vantaggi di un'esperienza in acqua?
Attraverso il contatto con l�acqua si è costantemente sottoposti a prove di abilità motorie in situazioni in cui tutte le parti del corpo devono offrire un contributo indispensabile. Il corpo in acqua galleggia ed è abilitato a muoversi ma diverse sono le dimensioni dinamiche e gli esercizi richiesti per lo spostamento e l�equilibrio.Inoltre, l�attività in acqua rinforza le difese immunitarie, accresce l�autostima, favorisce la relazione e la socializzazione.

Cosa evitare?

  • Evitare l�ingresso in acqua se non desiderato. È importante considerare che ci sono periodi di cambiamento d�umore, ritorno all�attaccamento materno, stati di ansia o paure inespresse che vanno comprese e superate attraverso la ripetizione di fasi precedenti dell�ambientamento ripartendo dai primi passi in acqua.

  • Evitare di immergere prematuramente in acqua il capo del bambino, essere sicuri di non avere ansie o timori che verrebbero immediatamente trasferiti al neonato.

  • Evitare l�immersione totale fino a quando non è stato completato l�ambientamento. Per verificare che il bambino sia pronto, per esempio, accertarsi che non ricerchi la presa delle mani del genitore anziché lasciarsi scivolare liberamente in acqua. Questo atteggiamento è sintomo di un ambientamento non ancora completo, in tal caso un�immersione potrebbe spaventarlo. Ogni bambino ha i propri ritmi e le proprie esigenze che vanno rispettate e sostenute ai fini di una buona riuscita dell�ambientamento. È importante non far prevalere l�ansia della prestazione del genitore.

  • Evitare un�eccessiva manipolazione, l�aiuto fisico in un movimento impedisce di concludere il circuito di verifica che sta alla base dell�apprendimento.

  • Evitare di limitare l�azione del bambino dando eccessiva protezione, ma non lasciare troppa autonomia che porta al disorientamento, al senso di abbandono. Il comportamento più efficace è quello del genitore che fornisce suggerimenti, segue lo sviluppo del gioco ed aiuta il bambino, quando richiesto.

Consigli utili

  • Il bambino in acqua galleggia meglio di un adulto per una questione legata ai rapporti tra pesi specifici e di rilassamento.

  • Il genitore in acqua deve lasciare fluire e rilassare tutti i muscoli per trasferire sicurezza e controllo. Inoltre, essere disponibili a bagnarsi i capelli e il volto favorisce la confidenza e l�imitazione.

  • La mano di sostegno permette al bambino di sentire le sensazioni del genitore ma anche le tensioni muscolari. Accertarsi di essere completamente rilassati e sicuri.

  • In acqua il genitore deve essere in stretta relazione affettiva con il bambino e disponibile a giocare animando.

  • Ricercare sempre il �piacere� di stare in acqua e non la prestazione fisica. Solo con la ricerca del piacere si possono ottenere l�evoluzione delle capacità motorie e relazionali dei bambini.

 

a cura di:
Mara Galzignato
Esperta di corsi di acquaticità
 
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