Lo smog come causa di malattie respiratorie nei bambini
L'aria è il miscuglio di gas che circonda la Terra e forma l'atmosfera.
Attualmente essa è formata da: 78% d'azoto, 20,9% d'ossigeno,
1% d'anidride carbonica e quantità minime d'altri gas, più
una quantità variabile di vapore acqueo. L'atmosfera ha molte
funzioni, tra cui quella di fornire ossigeno agli animali, anidride
carbonica alle piante (per la fotosintesi clorofilliana), ma, soprattutto,
permette alla Terra di trattenere parte del calore solare. Infine ci
protegge dalle radiazioni ultraviolette del Sole, che altrimenti sarebbero
mortali.
La composizione dell'aria è rimasta immutata per milioni di anni,
ma con lo sviluppo industriale e l'urbanizzazione è cominciato
il suo progressivo inquinamento con i combustibili fossili (carbone,
petrolio, metano), che noi usiamo normalmente per far funzionare le
industrie, gli impianti di riscaldamento e gli autoveicoli. I problemi
ambientali legati all'inquinamento dell'aria sono tanti; tra i più
gravi ci sono: il degrado delle città, le piogge acide, l'effetto
serra e i buchi nell'ozono.
I rischi dell’inquinamento
Il cielo sereno ha un aspetto inquietante nelle grandi metropoli. Provate
a guardarlo da un aereo in decollo: là, tra l'azzurro dell'atmosfera
e le case, vedrete una lunga striscia grigiastra… Una nuvola sporca
che aleggia sui palazzi. E' la cappa di polveri e smog che circonda
i nostri centri urbani. Un nemico del nostro organismo. Sempre più
pericoloso. Che colpisce soprattutto i bambini: se va avanti così,
corriamo rischi altissimi. Noi e i nostri figli. Perché
lo smog sembra intaccare anche il patrimonio genetico. E aumentare il
rischio di leucemie tra i più piccoli. Sotto accusa, il benzene:
il composto chimico liberato dagli scarichi delle auto, infatti, può
provocare questa grave malattia del sangue. Lo studio dei due prodotti
di trasformazione del benzene e cioè l'acido muconico e l'idrochinone,
ha mostrato una concentrazione doppia nei bambini esposti allo smog
rispetto gli adulti.
Il meccanismo d'azione è stato messo in relazione sia al diverso
metabolismo del benzene nei bambini sia al fatto che i piccoli hanno
un volume respiratorio due volte maggiore degli adulti.
Ovvio, pertanto, l'invito alle autorità al fine di avviare le
campagne antismog nelle città ad elevata concentrazione di inquinanti
atmosferici per proteggere i polmoni dei bambini.
Senza dimenticare gli "attacchi" sferrati dall'inquinamento
ai polmoni, agli occhi, le mucose. Uno studio condotto a Roma, tra il
gennaio '95 e l'ottobre '97 ha mostrato che i ricoveri in ospedale per
malattie respiratorie e cardiovascolari aumentano nei giorni con i livelli
d'inquinamento più alti, e in quelli immediatamente successivi.
La fascia d'età più colpita? Tra i 15 e 64 anni. Se l'inquinante
è l'ozono, invece, a finire in ospedale sono soprattutto i bambini.
E la situazione italiana è preoccupante. L'anno scorso, tra tutte
le città dell'Unione europea, le nostre sono state quelle in
cui il "livello di attenzione" (ma dovremmo chiamarlo "di
allarme") è stato superato più spesso: gli inquinanti
nell'aria, cioè, erano tali da far scattare il blocco parziale
della circolazione. Ormai è certo: chi vive in città è
costretto a respirare un'aria da 10 a 100 volte più inquinata
di quella in campagna. "Un fumo di sigaretta, sia pure molto diluito",
la definiscono i chimici. Perché la maggior parte delle sostanze
che la sporcano sono le stesse sprigionate dal tabacco che brucia. Così
gli effetti sono simili, anche se meno frequenti.
Asma, riniti allergiche, tosse secca e dispnea sono causati dall'inquinamento
atmosferico e non solo acuiti dai fumi cittadini. A stabilire una relazione
diretta tra l'insorgenza delle malattie respiratorie nei bambini e gli
scarichi, specie quelli delle macchine, sono due studi epidemiologici,
condotti a Taiwan e in Germania e pubblicati sull'European Respiratory
Journal. Insieme le due ricerche hanno sorvegliato le condizioni
di salute di oltre 315 mila bambini. Lo studio taiwanese ha preso a
campione ragazzi non fumatori tra 12 e 15 anni di 800 scuole medie di
24 tra citta' e regioni del Paese. A loro e ai rispettivi genitori e'
stato chiesto di compilare il questionario standard dell'International
study of Asthma and Allergies in Childhood, che verifica la presenza
o meno di questi disturbi respiratori.
I ricercatori hanno scoperto che, a fronte del 28,6% di diagnosi di
riniti allergiche tra i maschi e del 19,5% tra le femminine, leggendo
i risultati del questionario le percentuali risultavano notevolmente
superiori: 42,4% per i bambini e 34% per le bambine. Incrociando questi
dati con quelli forniti dalle centraline di rilevazione dell'inquinamento,
posizionate nel raggio di due chilometri dalle abitazioni, gli scienziati
hanno scoperto un aumento del rischio pari al 16% per il sesso
femminile e al 17% per quello maschile a monossido di carbonio e ossido
d'azoto.
La conclusione dello studio e' che l'esposizione alle particelle inquinanti
dovute al traffico modifica la suscettibilita' dei bambini agli allergeni,
contribuendo di fatto all'insorgenza delle riniti allergiche.
Risultati sostanzialmente confermati dai 'colleghi' tedeschi che hanno studiato i dati sulla salute di bambini tra 5 e 11 anni in relazione alla vicinanza con 1.800 tratti stradali percorsi da almeno 4 mila vetture al giorno. Dopodiche', attraverso il sistema satellitare Gps, e' stata calcolata la distanza delle abitazione dei bambini e quindi
la loro esposizione agli agenti inquinanti (benzene, diossido di azoto, polveri). Anche in questo caso e' stato verificato che quelli del campione a soli 50 metri da strade altamente trafficate (oltre 33 mila vetture al giorno), hanno il doppio delle probabilità di soffrire d'asma rispetto alla popolazione generale.
Ma ad aumentare e' anche la suscettibilità agli allergeni, variabile da un 17% a un 56%, a seconda della sostanza. ''Con un picco in alto rappresentato dai bambini esposti anche al fumo di sigarette, avvertono gli scienziati. ''Rischi diminuiti - aggiungono - mano a mano che ci si allontana dal traffico'.
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